lunedì 27 aprile 2009

L'intruso? Forse il turismo?

May I have Web 2.0, please?




Per ragionar di questo citerò un articolo tratto da "Repubblica" del dicembre 2008) dal titolo "Le Pmi aprono la strada alla rivoluzione Web 2.0" secondo il quale " il 40% delle Pmi americane utilizza applicazioni di tipo Web 2.0 "per tagliare costi, migliorare l' efficienza e raggiungere più efficacemente i propri clienti". Per quanto riguarda l' Italia, il "Rapporto annuale" e l' "Indagine congiunturale" presentati di recente da Assinform, hanno ritratto una fotografia poco esaltante del mercato dell' Information Technology): nel 2008 la crescita del settore è stata solo dell' 1,1% contro il 2,0% dello scorso anno. ... In questa visione dunque le Pmi italiane, sinora molto lente nell' adozione delle nuove tecnologie, potrebbero essere sul punto, per necessità, di fare un repentino scatto in avanti, e diventare uno dei motori della rivoluzione 2.0".

Cosa dire delle PMI che si occupano di turismo?

Per molti anni, in viaggio da Nord a Sud a visitare tante agenzie di viaggio e tour operator italiani, ho potuto osservare da vicino il mercato italiano dell'intermediazione turistica, costituito al 90% da Piccole e Medie Imprese (PMI), come osservato dall'Unione Europea, che impiegano un massimo di sei - dieci addetti, i cui processi decisionali sono prerogativa del proprietario e che al contempo raramente ricorrono a quadri intermedi. Inoltre, se in alcuni casi la scelta del settore turistico è frutto di analisi ponderate e decisioni commerciali, in numerosi altri gli imprenditori turistici scelgono questo settore mossi unicamente dal desiderio di sottrarsi a lavoro subordinato o di vivere in località dallo stile di vita piacevole. Questi imprenditori turistici vengono definiti da un articolo interessante dal titolo "Staying Within the Fence" che racconta di una ricerca condotta dall'Università di Wellington in Nuova Zelanda (evidentemente il problema è comune!) come coloro che "stanno al di qua dello steccato", preferendo alla spinta all'innovazione la conservazione del proprio stile di vita...

sabato 25 aprile 2009

What's SECI spiral? Seconda parte

Perché, dunque, il Giappone, se il mio scopo è quello di condividere alcune riflessioni sull'apprendimento collaborativo e ragionare di turismo?

Grazie ad una piccola ricerca che ho condotto al termine del Master in Open & Distance Learning appena conclusosi ho scoperto il concetto del ba inteso come contesto che alberga il significato, uno spazio condiviso che serve da fondamento per la creazione della conoscenza, teorizzato dal
filosofo giapponese Kitaro Nishida, fondatore della Scuola di Kyoto che lo introdusse negli anni Venti .

Ikujiro Nonaka e Noboru Konno successivamente ripresero il concetto del ba e teorizzarono che la conoscenza risiede nello spazio condiviso, nel ba che si acquisisce per esperienza personale o attraverso le esperienze degli altri.

Bello, no?

Dalla circolarità presente nel pensiero orientale sembra poi prender spunto la spirale di SECI della conoscenza teorizzata da Nonaka e Konno.


Secondo Nonaka e Konno la creazione della conoscenza è un processo circolare a spirale di interazioni (spirale di SECI) tra la conoscenza tacita dell'individuo e quella esplicita concettualizzabile in quattro processi di conversione cui corrispondono quattro tipi di ba:

  • Socialization, condivisione della conoscenza tacita tra individui che vivono nello stesso ambiente cui corrisponde l'Orginating Ba, ambito di conversione della conoscenza tacita;
  • Externalization, esplicitazione della conoscenza tacita in forme comprensibili gli altri cui corrisponde l'Interactive Ba, luogo in cui si generano i modelli comuni di conoscenza;
  • Combination, diffusione della conoscenza che si fa segnale digitale cui corrisponde il Cyber Ba, luogo di interazione in un mondo virtuale in cui la nuova conoscenza acquisita si diffonde attraverso le reti;
  • Internalization, la nuova conoscenza diventa conoscenza tacita dell'entità collettiva cui corrisponde l'Exercing Ba in cui avviene il processo di conversione della conoscenza da esplicita a tacita ormai interiorizzata dalla collettività.

Perché la conoscenza si diffonda e si innovi occorrerà generare spirali virtuose di conoscenza che da tacita sa trasformarsi in esplicita, viene diffusa e condivisa attraverso le reti e torna ad essere tacita all'interno di organizzazioni che sanno innovarsi anche perché scelgono percorsi virtuosi di saperi condivisi e non di conoscenza pensata come potere personale da riservare solo a se stessi.

Le reti, il Web 2.0, la circolarità dei saperi e il turismo: quale di questi termini è un intruso ?


venerdì 24 aprile 2009

What's SECI spiral? Prima parte

Socialization, Externalization, Combination, Internalization...

La conoscenza come potere di cui far incetta o condiviso perché si moltiplichi? Qual'é stata fin qui la nostra esperienza in ambito organizzativo?
Quale la filosofia dominante nelle imprese in cui abbiamo sin ora operato?

Inizierò da molto lontano, evocando un viaggio in Giappone i cui ricordi mi sono particolarmente cari. La foto qui accanto è stata scattata nei pressi della pagoda di Nara, l'antichissima capitale del Giappone. Tokyo, Nara, Kyoto, Matsuyama, Hiroshima, Osaka: queste le tappe di un viaggio memorabile, particolarmente riuscito forse perché nato per caso e che mi ha francamente stupito.

Cicale giganti che friniscono a 100 decibel per tutto il dì, passanti cui chiedere informazioni che ti invitano ad eccentrici barbecue in casa ad Hiroshima, cestini per il pranzo da consumarsi durante il viaggio in treno chiamati o-bento (vedi la mia foto con un o-bento appena acquistato), in origine pasti frugali usati dai cacciatori, dai contadini e che ora accolgono anche le merendine dei bimbi a scuola e, in dimensioni ridotte, non tralasciano di appagarne la dimensione estetica e ludica (vedi collezione foto).

E poi i ryokan, alberghi tradizionali giapponesi, gli onsen, bagni termali in cui immergersi per ritemprarsi e, dopo aver indossato lo yukata, sorseggiare una tazza di té assaporando dolciumi giapponesi in un ambiente comune in cui signori giapponesi stanno seduti sul tatami agitando ventagli colorati; il Teatro del Noh e altro ancora.
Un paese, dunque, che mi ha colpito profondamente, sorprendendomi.

Vi chiederete perché vagare tra i ricordi di un viaggio in Giappone per parlare di conoscenza e di spirale di SECI...

martedì 21 aprile 2009

Social software e apprendimento collaborativo nel settore turistico, why not?

E allora, perché non dare un'occhiata a quel che nel frattempo stava accadendo nel tumultuoso mondo dell'ICT?
Perché mai il turismo continuava a mantenersi ancora così distante da questa magnifica rivoluzione dei saperi che è il Web 2.0 con i social software, la folksonomy e l'apprendimento collaborativo?

Mai sentito parlare di learning organization?

A questo proposito occorrerebbe riflettere sulle ragioni che sembrano impedire alle imprese turistiche di accogliere con entusiasmo e con prontezza le innovazioni tecnologiche emergenti ma per ragionar di questo verranno aggiunti altri post.

E così, annusando che vi era ancora qualcosa di stimolante che mi sfuggiva totalmente, penna, anzi mouse alla mano, nel dicembre 2007 mi sono iscritta ad un Master Post Lauream in Open & Distance Learning totalmente fruibile con tecnologia e-learning.

Duro lavoro davvero e tante notti trascorse di fronte al pc a studiare con la necessità di conciliare tutto questo con i viaggi di lavoro, la formazione da erogare nonostante la stanchezza e il lavoro di ufficio, ma è stato come risvegliarsi da un letargo che durava da secoli!

Proverò a ragionar con voi di tutto questo molto presto.
Vi dice qualcosa la spirale di SECI ?

lunedì 20 aprile 2009

Chi sono

Benvenuti!

Mi chiamo Nadia, sono nata nel 1961 e da circa venti anni mi occupo di turismo.
La mia formazione di base riguarda lo studio delle lingue straniere (inglese, francese, spagnolo e un pizzico di portoghese), mia grande passione, ma al termine del percorso universitario il passo che mi ha condotto ad occuparmi di turismo è stato davvero breve.

Il libro che sto leggendo in questi giorni?
"La trilogie Fabio Montale" di Jean-Claude Izzo, scrittore italo-francese di noir ambientati a Marsiglia, destinazione di una minuscola e piacevolissima vacanza nel sud della Francia di qualche settimana fa.

Dal punto di vista professionale nel 2001 ho imboccato una nuova strada, comunque complementare alle precedenti esperienze professionali e ho iniziato ad occuparmi di formazione per una multinazionale statunitense dell'Information and Communication Technology o ICT per il settore turistico. Il compito primario è stato quello di costruire da zero l'Italian Training Department : duro lavoro ma assai gratificante.

Poi ho iniziato ad erogare corsi di formazione scorrazzando per tutta l'Italia e in alcuni paesi europei in tempi in cui parlar di e-learning in Europa avrebbe generato un atteggiamento diffidente da parte dei potenziali fruitori, convinti che la formazione in presenza fosse senz'altro da preferire perché di miglior qualità.

Vincendo alcune iniziali resistenze, col tempo ho iniziato ad affiancare alla formazione tradizionale in aula quella a distanza con risultati molto soddisfacenti. Eppure quel che erogavo ormai a distanza non si discostava in fondo dalla tipica lezione in presenza : formazione centrata sul docente con i contenuti fruibili via web anziché attraverso un proiettore ... Interazione con i discenti? Quasi nulla.

Eppure il Web 2.0 esisteva già...